mercoledì 12 agosto 2009

Il Principino Ravanello

http://05zoua.bay.livefilestore.com/y1pmgD6pajygOfzYpivewbpmiYFqgQ_CuoYE3onJdZqmRdUPwMPhVrFP0K5_49gIfyvLKFvxq2C0DzICoRnwb-wR8SQAHulUQ7Q/Ravanello.jpg

Ravanello era un tempo il solenne Principe ereditario di un piccolo paesino del nord, quando d'improvviso, per delle strane vicissitudini finanziarie del suo casato, fu costretto dalla famiglia a scapp.. ehm trasferirsi in una schifoso e piccolo isolotto alla deriva nel Mediterraneo: Agrumentia, terra dei Grumi.
Cresciuto all'ombra della Cupola, non si abbronzò mai più di tanto, ma in compenso visse la sua prestigiosa esistenza in groppa ai gabbiani, anche quando il resto della famiglia lavorava come Idraulico Liquido per tirare a campare. Ripresosi finanziariamente grazie alle energiche protezioni degli Zii adottivi (dei "parenti" trovati sul luogo..), finalmente il pupo
si poté permettere la vita da monarca che in passato gli avevano brutalmente strappato. Vivere da gabbiano tuttavia, a lui annoiava, eppoi essendo allergico alle piume d'oca spesso teneva un moccolone di due metri che non permetteva all'uccello nemmeno di issarsi in volo. Per questi motivi il prode principino decise di abbandonare il suo compagno/a (per lui è indifferente..) dopo cinque anni di fidanzamento, i quali ancor oggi, che vive con un pellicano, sono sempre in cima ai suoi rimpianti.
Fisicamente Ravanello era poco più alto di uno David Gnomo, senza il rosso cappello a punta s'intende, ma di corporatura, per quanto esile, era tuttavia ben tenuto. La barbetta rada e scura sul mento e dei poco mascolini baffetti appena pronunciati, facevan da corredo ad una capigliatura curata ma ribelle, folta e frastagliata nonostante una abbondante stempiatura.

I lineamenti fini, seppur niente male, poco nascondevano però la sua ignoranza, coadiuvata certamente dalla sua bocca e del suo dire. Grazie a questo, non si può certo pensare che le più prestigiose dame del suo paese gli facessero onore: profittatrici, ebree, ragazzine immature o altrettanto esibizioniste si affacciavano con frequenza nel suo letto, che reso poi come ad un capezzale per via delle strane lune del pupo, nonostante le promesse milionarie fuggivano via a gambe levate. Le più ostinate poi, fuggivano di fronte alla madre, che malignamente mai trovava giusta l'ultima conquista del principino.
Il primo incontro con i Cani Rognosi, suoi cugini sconsacrati, avvenne un bel dì, quando in visita regale presso la Vecchia Bialera, vide codesti figuri nascosti nel loro giaciglio, intenti a rosicchiarsi a vicenda le unghie dei piedi. Da quel giorno, grazie ai loro consigli, il Principino imparò tantissime virtù, come per esempio lo scaccolarsi mentre tutti mangiano, il nascondere crostatine nell'armadio ed a masturbarsi col plettro di una chitarra, pratica che poi ha utilizzato per far godere una volta tanto anche la sua ultima conquista, ovvero la figlia rosa del pellicano. Ma i Cani Rognosi seguendo le tracce odorifere del principino, fatte di Axe Onion & Potato, trovarono il regno nascosto dell'amico sovrano, e decisero cosi vigliaccamente di infettare quei lidi con la loro presenza. Infatti letteralmente adoravano disturbare Ravanello, toccando e desiderando tutte le sue cose. Resosi costretto a nascondere tutto ogni volta, per depistarli il principino variava spesso l'ordine dei mobili nella sua stanza da letto, peraltro inutilmente. Quando incazzato ogni tanto decideva di mettere il muso fuori di casa, la madre per paura che uscisse lo chiudeva sotto vetro, in un Carillon. Disperato il piccolo monarca non poteva fare a meno di raccontare centinaia di barzellette imperdibili per tirarsi su il morale, ma capaci di far deprimere anche un pescecane. Non potendo resistere a tanta comicità, i Cani Rognosi lo ringraziavano sempre con tutto il cuore, pisciandoci sul tappeto vicino al suo regale trono mentre lui dormiva.

(danleroi)


martedì 11 agosto 2009

Arrivano i Cani Rognosi..

"Strillava il Principino: "m'han rovinato il capodanno!" ma l'oramai flebile lamento, al rintocco della mezzanotte, venne oscurato dalle scorregge scoppiettanti del vecchio Giacuzzo, che festeggiava così l'anno nuovo, assieme ai Cani Rognosi"

I CANI ROGNOSI - La (s)Cena del Capodanno


Putride figure semi-leggendarie, paladini del lerciume e della disgrazia, i Cani Rognosi hanno in dono l'antico e profano verbo dell'offesa, dell'ingiuria, della maldicenza. Incuranti dell'opinione altrui, i Cani Rognosi fondano la loro terribile coscienza sulle macerie maleodoranti di questo schifoso mondo, pronti a intervenire come colpo di grazia contro la gente non meritevole di una seconda possibilità. Sbucati fuori d'improvviso dalla malefica melma della Vecchia Bialera, i Cani Rognosi sono la reincarnazione terrena della scarogna, della sventura, della blasfemità. Come mettersi al riparo da questa terribile catastrofe? Non puoi fuggire, i Cani Rognosi sono dentro di te..

(danleroi)